TRAFOGITA

                                    Il Canalino 1 Maggio al Terminillo 

                                                                   di Princi Fabi

Sabato 25 Aprile 2009. La meta prevista è il canalino Chiaretti-Pietrostefani. Per non incappare in problematiche dovute alle condizioni della neve, che potrebbero riservare delle spiacevoli sorprese dal momento che la stagione per così dire volge al termine, la partenza viene stabilita alle 5.00(!). La cordata è composta da Enrico & Enrico, Silvia, Franco, Lorenzo, Claudia ed io. Arrivati al rifugio Sebastiani incontriamo alcuni amici che si stanno “preparando” e ci troviamo a constatare che hanno le stesse nostre intenzioni, quindi arrivati all’attacco del canalino suddetto non ci rimane che ripiegare per il canalino 1 Maggio. Enrico ed il supertrafo si alternano come apripista e noi che li seguiamo iniziamo ad avanzare con quella classica andatura cadenzata che ne deriva di conseguenza. Questo particolare momento dell’escursione mi piace tantissimo sia per l’immagine che mi regala, sia per “quel qualcosa” che non riesco a descrivere a parole perché anche se mi sforzo non riesco a trovarne di adatte  per spiegare ai miei interlocutori quello che provo intimamente. Con mia grande sorpresa Franco mi invita a provare l’esperienza di apripista e naturalmente non mi tiro indietro, insomma non me lo faccio ripetere due volte. Mi fa un certo effetto essere davanti a tutti ma accidenti che fatica! Questa esperienza è di breve durata perché in men che non si dica siamo arrivati all’attacco del canalino. Da qui la decisione di procedere in cordata, la mia prima cordata. Mi precede Franco che come sempre non è avaro di suggerimenti ed indicazioni su come avanzare. Faccia a monte piccozza frontale e passi laterali. Sono concentrata, non ho problemi nello spostarmi perché la neve è buona e mi consente di procedere con una naturalezza che però non ho intenzione di sottovalutare anche a causa della condizione di essere legata agli altri, perché in un certo senso questo non mi tranquillizza mentalmente anzi al contrario mi rende più guardinga. Procediamo senza problemi tanto che arrivati all’uscita del canalino Franco mi chiede di passargli la macchina fotografica per immortalare noi che lo seguiamo. Da qui procediamo per un tratto di roccette prima di risalire la cresta sommitale. Arrivati in vetta al Terminillo (m. 2216) troviamo già un paio di persone e poco dopo ci raggiungono anche gli amici che hanno risalito il Chiaretti-Pietrostefani. Scattata la foto di rito ci concediamo un breve spuntino e via per la cresta Sassetelli. Come sempre durante la discesa mi concedo il lusso di procedere lentamente un po’ per godere appieno dello spettacolo che mi si apre davanti agli occhi ed un po’ perché mi sembra di dilatare il tempo che precede l’inevitabile distacco o congedo che, come sempre, mi dispiace prendere. In ogni caso procediamo tutti lentamente perché siamo in perfetto orario, le condizioni meteo sono ottimali e nessuno ha voglia di concludere la giornata velocemente. Ritornati quasi al punto di partenza rivolgo un ultimo sguardo al mancato Pietrostefani (gli alpinisti reatini lo chiamano il Chiaretti mentre i romani lo chiamano così) che per me rimane il mio “buon proposito” per la stagione seguente da annoverare necessariamente sul mio curriculum personale. Mi documento sempre prima di una escursione: questo canale che segna il limite tra le pareti Est e Nord del Terminillo porta il nome dei primi salitori, i leonessani Roberto Chiaretti e Stanislao Pietrostefani. I due salirono nell’estate del 1932 quella che è stata considerata la prima via alpinistica del Terminillo. Durante una proiezione di un suo documentario Quilici suggeriva di non documentarsi prima di un viaggio o di una escursione per non togliersi il gusto della sorpresa ma nonostante credo che abbia fondamentalmente ragione io non riesco proprio ad evitarlo, ma tutto sommato non ne avverto una limitazione. Arrivati al rifugio Sebastiani non ci facciamo mancare la consueta birretta ma senza aimè le patatine perché Maurizio avendo riaperto il rifugio il giorno prima ne è sprovvisto. Questa volta la formula birretta-patatine è birretta-affettati vari. Silvia che non vuole proprio rinunciarvi e con la scusa che deve assolutamente reintegrare i sali persi ci chiede di fermarci al primo bar che incontriamo promettendo di non sbriciolare nella mia macchinetta. Beh, come non assecondare una necessità vitale! Fatto il dovuto rifornimento riprendiamo la strada del ritorno. Ora la parola alle immagini.

Fabiana

Per il reportage fotografico completo cliccate qui:

http://picasaweb.google.com/cordataromana/TerminilloCanalino1Maggio?feat=email#


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