Camoscio in salsa di mirtilli
No, tranquilli... niente ricette sul sito scarca!
O meglio, non in senso gastronomico... ma in senso escursionistico sì! Ecco a voi una ricetta per passare une settimana in un luogo magico e selvaggio: la Val Grande.
Per chi non lo sapesse la Val Grande dà il nome ad un parco nazionale che si specchia nelle acque del Lago Maggiore; qui, nell'ultima settimana di luglio, sono andati a fare danni quattro figuri rispondenti ai seguenti nomi:

- Giancarlo alias Napo Orso Capo, il capo spedizione
- Rossella la marmotta allegra
- Tiziana l'aquila fiera
- Gaspa il topolino scemo

Partiti da Roma in una torrida mattina di fine luglio, i Nostri sono giunti in un paesino ai piedi dei monti della Val Grande dal simpatico nome di Cicogna.
Da qui sono partiti alla scoperta di questo territorio splendido e poco conosciuto.

Siamo nelle Alpi Lepontine, a due passi dal confine con la Svizzera, le cui cime innevate svettano di fronte a noi nelle giornate limpide, insieme alla mole maestosa del Monte Rosa.
Qui invece non si raggiungono grandi altezze, 2000 metri e poco più; ma ciò nulla toglie alla bellezza di questo luogo. Valli strette e profonde, ricoperte da boschi fittissimi, per lo più di latifoglie, si elevano in improvvise e sottilissime creste dalle forme spettacolari.
Tiziana ha sintetizzato giustamente che sembra un incontro tra la Laga (per il verde intenso e la ricchezza d'acqua) e le Apuane (per le creste mozzafiato).
Sembra di vedere i disegni con cui Dino Buzzati ha illustrato le cime da lui immaginate come ambientazione del suo primo romanzo, Barnabo delle montagne. E in effetti camminare tra questi monti dà davvero la sensazione di tornare indietro nel tempo, cinquanta, sessant'anni, forse di più.
Per secoli i monti della Val Grande sono stati utilizzati come alpeggi e sono infatti punteggiati di innumerevoli piccoli agglomerati (di solito gruppi di due o tre case o poco più), dove i contadini venivano a vivere e lavorare durante l'estate.
Poi, a partire dagli anni cinquanta, la montagna è stata gradualmente abbandonata.
Una quindicina di anni fa la zona è stata dichiarata parco nazionale e questo ha permesso di renderla fruibile agli escursionisti, senza però stravolgerne l'aspetto: la maggior parte dei sentieri segnati corrono lungo gli antichi percorsi (in parte ancora lastricati), e nel parco ci sono soltanto due rifugi gestiti, per il resto soltanto bivacchi ottenuti restaurando vecchie case o stalle degli alpeggi abbandonati.

Ma torniamo alle avventure dei nostri quattro intrepidi montanari.
Partiti dunque da Cicogna carichi come muli, dovendo portarsi in spalla tutto il necessario per sopravvivere quattro giorni lontano da ogni forma di civiltà, e dopo aver dormito la prima notte in un confortevole rifugio gestito dall'Associazione Nazionale Alpini, i nostri si addentrano finalmente nel cuore del parco della Val Grande. E qui comincia il bello...
Giancarlo inizia subito ad avvistare animali a rotta di collo, soprattutto camosci (ce ne sono tantissimi!).
E poi il piacere di camminare in un susseguirsi di valli, limpidi torrenti da guadare (in uno di questi i pazzi si sono anche fatti il bagno!), faticose risalite per pendii ripidissimi, spettacolari sentieri di cresta con passaggetti esposti niente male... E poi frutti di bosco per tutti i gusti! More, lamponi, fragoline, ma soprattutto mirtilli a non finire! Un giorno, in particolare, quasi 600 metri di salita tutta in mezzo ai mirtilli... Yumm che scorpacciata!!
Sentieri silenziosi e poco frequentati... e quel poco soprattutto da stranieri (incontrati svizzeri, inglesi, romeni...).

Conclusa la prima parte del trekking, i nostri si concedono un bagno ristoratore (e... ripulitore!!!) nel Lago Maggiore, e poi salgono al Rif. Pian Cavallone, dove soggiorneranno per i restanti tre giorni.
Mentre salgono i nostri sognano una bella doccia calda... Sbagliato! Arrivati al rifugio, ricevono la notizia che ci sono problemi all'impianto idraulico... arriva pochissima acqua, doccia inservibile.
In compenso i gestori del rifugio sono molto simpatici, si fa subito amicizia.

L'ultimo giorno i nostri sono raggiunti da Giorgio, di ritorno da imprese quattromillesche, e tutti insieme si chiude in bellezza con un lungo e fantastico percorso di cresta, prontamente soprannominato "il centenario della Val Grande"!

Grazie a Giancarlo-Napo-Orso-Capo per averci fatto scoprire questo gioiello nascosto!

Alla prossima avventura

Gaspa

P.S.: per il momento foto non ce ne sono... attendiamo che i due fotografi ufficiali Gianca e Tiz scoperchino i rispettivi vasi di Pandora...