Per la quinta volta torno in Bielorussia.
Non per andare a caccia o a donne, ma per andare a trovare Tsimur.
Ma il raccontino vuole raccontare della "deformazione amatoriale" che mi affligge e credo affligga anche voi: quando sono in viaggio cerco un aggancio montanaro o perlomeno pedestre, dalla passeggiata allo zoo alla salitella su qualche collinetta.
Prima di conoscerla, la Bielorussia (e non la bielorussa..) mi aveva attratto; il fatto che per 6 mesi l'anno fosse coperta di neve faceva scattare una automatismo a voi comprensibile. Invece conoscendola, qualche dubbio ha cominciato ad insinuarsi: la neve è bella con pendenze di almeno 5 gradi.
Giunto a Pinsk, un bel giorno la famigliola al completo tenta perlomeno una passeggiata cittadina. Traversiamo quartieri con casermoni soviet, rigorosi e ultrarazionali per viali molto puliti. le pendenze sono di 1/2 gradi.
Giunti ai margini della città, questa finisce improvvisamente. Uscendo dai nostri centri urbani questi si trasformano, diventano periferia, semi periferia, borgata e anche la campagna è fortemente antropizzata.
Invece appena ci siamo affacciati dall'ultimo casermone il nulla, o meglio una distesa bruciata dal gelo. La sensazione è quella di trovarsi in mare aperto, ma questa volta è terra incredibilmente piatta.
Il primo pensiero va alle povere vittime della seconda guerra mondiale costrette ad attraversare queste distese.
Il secondo invece alla difficoltà che avrei a vivere in un paese dove il concetto di montagna non esiste, se non in foto.
Durante il ritorno a casa, mi cade l'occhio su un signore in bicicletta e mi accorgo che alla sua bici sono stati tolti i freni. Penso ad una casualità, ma incuriosito noto che tutte le bici sono senza freni. Trovo la cosa incredibile e accentua lo sconcerto (almeno per me).
Sorridendo chiedo a Francesca: <<Forse Belarus significa nella lingua indiana-mongola "Paese dove le biciclette non hanno i freni"?>>
Un saluto cordiale a tutti
Claudio