28 dicembre 2010
Natale è appena passato. Urge smaltire le terribili mangiate dei giorni trascorsi. Lunedì 27 Maurizio lancia la proposta di una gita in zona Forca d'Acero, "ciaspolemuniti".
Io, che godo di qualche giorno di riposo dal lavoro, aderisco al volo.
In seguito Maurizio avverte i partecipanti di portare i ramponi invece delle ciaspole, ma, per un quiproquo, io non ne vengo a conoscenza.
Mi presento dunque all'appuntamento "ciaspolemunito". Quando vengo a sapere del cambiamento, ci rimango di sasso: avrei dovuto seguire il mio primo istinto, e mettere comunque nello zaino i ramponi e la piccozza, invece non l'ho fatto.
Pazienza, le ciaspole hanno comunque sotto i ramponcini, saranno meglio di niente; arriverò fin dove posso.
A Forca d'Acero scendiamo dalle auto e il freddo morde. Il cielo però è di un azzurro intenso e le montagne spiccano immacolate.
Siamo in sette: Giulia, Paola, Flavia, Maurizio, Paolo, Alberto (il proponente dell'itinerario) ed io.
Iniziamo a risalire la Valle Inguàgnera e ben presto il sole inizia a scaldarci.
La neve non è molta, uno strato di 15-20 cm; ma è bellissima a causa della bassa temperatura, e non "smolla" nemmeno nelle ore più calde.
Attraversiamo alcune macchie di bosco, i faggi sono ancora carichi di neve e contro questo cielo azzurro, illuminati dal sole, sono uno spettacolo davvero superbo.
Arrivati in cresta la vista si apre verso est; l'aria oggi è di una rara limpidezza e il panorama è spettacolare: sulla destra, in primo piano, Forca Resuni, il Petroso, la Meta; di fronte la Montagna Grande e dietro la Maiella.
Si decide di salire su Cima Re Magi, ufficialmente conosciuta come Serra delle Gravare. Qui lascio le ciaspole ai piedi della salita e, aiutandomi con una piccozza e seguendo le tracce di chi mi precede, riesco a salire, non senza qualche patema d'animo nei passaggi dove la neve è un po' più dura.
"Bravo", mi dicono alla fine, dopo essere riscesi, "non era facile senza ramponi".
"Forse più incosciente che bravo", rispondo io. Ma devo dire che salire in vetta valeva veramente la pena. Qui, nonostante l'altitudine modesta (1900 e spiccioli), la vista è ancora più entusiasmante: il Corno Grande spunta verso nord, mentre a sud il mar Tirreno brilla dorato sotto il sole e sullo sfondo si staglia netta la sagoma di Ischia.
Davvero uno dei panorami più belli che abbia mai visto in Appennino.
Proseguiamo per larga e comoda cresta, toccando ancora le cime del M. San Nicola e del M. Panìco. Quindi ci buttiamo giù per il pendio puntando verso Forca d'Acero.
Rientrando nel bosco la neve è bella polverosa, e io invento una nuova disciplina alpinistica: lo sci-escursionismo su ciaspole!!
In alcuni punti infatti le ciaspole scivolano dolcemente sulla neve soffice, e riesco perfino a fare un paio di curve a sci... pardòn, a ciaspole parallele!!
Chiudiamo con doverosa visita allo chalet di Forca d'Acero, dove gustiamo la locale pizza dell'orso, salsiccia, scamorze, patatine... Tanto perché dovevamo smaltire, no??
Er Gaspa detto anche Andrea
Qui le foto -> http://xoomer.virgilio.it/er.gaspa/forca_d_acero/ |