La tragedia di Rigopiano incombe su di noi, per cui l’opportunità di una escursione non si rivolge ad ambienti innevati, bensì ad una tranquillissima passeggiata al Catillo.
Partenza con Fausto molto comoda e percorro il classico anello in senso orario Lo ripeto frequentemente, assistendo ad un progressivo miglioramento della segnaletica e dell’arredo “montanaro”. Le prime volte che andavo qualche difficoltà di orientamento, poi via via sempre più cura e attenzione. Leggo in questi segni un grande amore, probabilmente da parte dei soci CAI di Tivoli che hanno intitolato parte del sentiero ad un loro socio (Paolo Fantini), ma anche da qualche altra mano che frequenta a lungo la riserva. Forse dalla comunità religiosa Don Nello che nelle vicinanze gestisce una Casa di accoglienza.
I segnali trasmettono un senso di altruismo e attenzione verso i futuri escursionisti; si aggiunge nel caso specifico anche la pulizia dei sentieri, creazione di naturali ostacoli di percorrenza, ometti-pinnacolo e a volte anche qualche striscia di plastica.
Spesso la striscia di plastica fa discutere i puristi dell’ambiente e della segnaletica, questa volta però la mano sensibile ed attenta ha voluto portare con se nello zaino un fiocco bianco e rosso di tessuto. Qualcosa di naturale che non offendesse l’escursionista.
Altre mani hanno, inoltre, creato dei teatrini naturali fatti con pietre trovate sul posto. Il numero di teatrini è via via aumentato, ogni volta che vado ne trovo uno in più. A volte con lo sfondo della cittadina di Tivoli, altri immersi nel bosco, altri ai piedi di ulivi ma tutti con un pizzico di giocosa creatività.
Finiscono i teatrini, proseguo sul sentiero “Fantini” sistemato, addirittura le agavi presenti sulla traccia sono state ripulite da qualche erbaccia per far emergere la particolarità di una simile “nascita”.
Arrivando in cima trovo infine un vialetto di 4/5 metri che ha come sfondo un bella pianta di leccio.
Completo l’anello che si conclude con la discesa a Tivoli rivolta verso ovest, c’è tanto sole è quasi una primavera. La neve l’ho vista solo in lontananza.
|