Rifugi rinascono

Sabato 18 novembre 2017 .

Continua la caccia al rifugio, soprattutto continua la ricerca del rifugio per il panettone. Lancio l’idea di andare a “ispezionare” il rifugio Cerasolo sempre in zona Monte Cava. Nessuno raccoglie inizialmente l’invito, poi venerdì la telefonata di Livia S. “Vengo con Giuseppe” io rispondo “Ma siete proprio sicuri, anzi Giuseppe è proprio sicuro?” “Si si, facciamo una cosa tranquilla”. Bene. Sabato mi alzo con comodo e durante il percorso cittadino vedo squillare lo smart e compare Eugenio “Vengo con Paola” io rispondo “Ma siete proprio sicuri, anzi Paola è proprio sicura?” “Si si, facciamo una cosa tranquilla, vengono anche Bruna e Paolo”.

Insomma ci ritroviamo in sette all’uscita Tornimparte e ci incamminiamo alle 9.15 sulla sterrata che  si avvicina alla base del San Rocco Cava. Una bella sorgente lungo il percorso consente a Paolo di rifornirsi di acqua e dopo circa 1.15 siamo al rifugio: visitiamo la struttura, accogliente ingressetto, saloncino con camino, due camere con stufa e addirittura un doppio ingresso. Panche all’esterno, braciere per arrosticini. Intorno un bel prato circondato da faggi. Un bel lavoro di recupero ad opera del gruppetto di volontari-bikers di “Arrampichino”. Torniamo sulla sterrata e riprendiamo il percorso verso il laghetto di Cerasolo (una pozza) e arriviamo all’attacco del crestone del San Rocco. Intorno a noi però solo nebbia; l’idea di ficcarci nel crestone del Cava non ci attira per cui propongo di andare ad un secondo rifugio dove accendere un bel focaraccio. Riscendiamo verso l’imbocco della  valle Amara che risaliamo fino al rifugio Campitello (o Campetello). Completamente diverso: una “monocamera con camino” adove accendiamo un bel fuoco per mangiare. Mi colpisce particolarmente l’antica porta di ingresso carica di vetustà. Il rifugio al suo intorno presenta “una cura degli arredi” che manifesta un splendido sentimento di solidarietà e amore  per la montagna. La giornata ci regala un unico momento di apertura verso l’Uccettu e il costone coperti da una prima bella imbiancata. Torniamo per la valle Quartarone al rifugio Cerasolo e infine riscendiamo per la sterrata, approfittando di alcuni tagli dei tornanti che rivelano alcuni segni del vecchio sentiero. Alle macchine torniamo alle 15.30 dopo aver percorso 850 mt di dislivello e una ventina di km (*/- dati discordanti dei vari GPS).


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