Maiella immacolata
Sabato degli impegni mi trattengono a Roma e decido di partire domenica mattina. Le previsioni sono abbastanza buone, ma sabato sera a Roma piove ancora... Speriamo bene, mi dico.
La mattina doppio appuntamento, alle 6.10 a Piazza Sassari con Giulia e Rossella, e alle 6.30 al Banco di Brescia con Maurizio e Angelo. Carichiamo i nostri zaini nella station wagon di Maurizio e partiamo alla volta di Pettorano, dove arriviamo - puntualissimi - alle 8.30.
Lì ci attende il resto della truppa: il generalissimo Stefano, Giancarlo, Patrizia, Пётр e l'infaticabile Trafo-Franco.
Stefano decreta la meta odierna: Monte Porrara. Sono contento: non l'avevo mai fatto e ne avevo sentito parlare entusiasticamente da Margherita e dal Perrins.
La salita inizia su un pendio prativo leggermente spolverato di neve. Siamo tutti appiedati, tranne Пётр che è sci-munito. Ben presto ci addentriamo nel bosco, e lo spettacolo è fantastico: la neve caduta il giorno prima ha imbiancato tutti gli alberi e il sole, filtrando tra i rami, crea bellissimi giochi di luce. Tra l'altro deve aver nevicato a vento, e quindi tutti i tronchi sono imbiancati su un lato; questo crea un effetto singolare: guardando verso l'alto il bosco è bianco, voltandosi indietro diventa grigio.
Usciti dal bosco, iniziamo a salire lungo la cresta che in breve ci conduce alla vetta. Il tempo è rimasto splendido, a parte un po' di nuvolosità bassa che non ci disturba. L'unico problema è il vento gelido che ci costringe a lasciare la vetta in fretta e furia. Maurizio freme, vorrebbe fare tutta la cresta e scendere alla stazione di Palena; ma Stefano è contrario: è troppo tardi, dovremmo fare parte della discesa col buio. Si decide quindi di tornare indietro, ma alcuni di noi decidono di percorrere comunque un breve tratto di cresta, per godere della grandiosa bellezza del paesaggio (inutile dire che Angelo è felice come un bambino... scatta foto a raffica e non vorrebbe più scendere a valle!). Maurizio e il Trafo si spingono un po' più avanti di noi sulla cresta, ma poi tornano indietro anche loro.
La sera mega magnata a casa di Stefano: dato che siamo in 16, decidiamo di ordinare le pizze. La pizzettara dice: "invece di farvene 16 normali ve ne faccio 6 giganti". Ok, diciamo noi, pensando che una pizza gigante sia grande circa come due normali. Invece le pizze che ci presenta sono delle piazze d'armi, roba da mangiarci in quattro... Anche riempiendoci fino a scoppiare non riusciamo a finirle!
La mattina dopo ci svegliamo alle 7 e, dopo una ricca colazione, decidiamo il da farsi: Stefano è costretto ad abbandonarci per una fastidiosa dermatite alla parte posteriore del ginocchio. Paolo (arrivato la sera prima con Anna) fa la sua proposta: il Monte la Terratta partendo dal Lago di Scanno. L'idea piace e così ci mettiamo in macchina verso Scanno. Alla partenza siamo in 7: Patrizia, Anna, Paolo, Franco, Giancarlo, Пётр (sempre in versione sci-munita) ed io. Ben presto però le fanciulle ci abbandonano, Patrizia per il mal di schiena, Anna per le vesciche ai piedi. Restiamo quindi solo noi 5 maschiacci. L'escursione si preannuncia abbastanza impegnativa: 1300 metri di dislivello e solo 7 ore di luce (tra una cosa e l'altra siamo partiti alle 10). La salita nel bosco è ancora più bella del giorno prima. Qui la neve tra gli alberi ha creato dei ricami davvero fantastici che offrono agli occhi un paesaggio fiabesco. Usciti dal bosco, il fiuto infallibile di Paolo ci guida verso la vetta, dato che qui, sotto un metro e più di neve, trovare i segni del sentiero è una missione impossibile!
Alle 14.20 siamo in vetta. Il panorama è veramente superbo. Dovunque si guardi, cime imbiancate a perdita d'occhio.
Dopo una breve sosta iniziamo a riscendere. Ormai sono le 15, e siamo convinti che faremo l'ultima parte del sentiero col buio. Invece in discesa mettiamo le ali: in mezz'ora siamo di nuovo al limitare del bosco, e prima che l'ultima luce del tramonto si sia spenta abbiamo raggiunto le macchine.
Breve sosta ad Anversa (io avrei preferito Rotterdam, ma mi hanno detto che era troppo lontano!), dove invece della birra ci concediamo una bella cioccolata calda.
E questo è tutto... seguono trafo-integrazioni!

Prima trafo-integrazione
6 Dicembre 2008
Lasciamo la Skoda alla antica chiesa sopra Introdacqua. Sono in compagnia dello ciaspolante-speleo-orizzontino Giancarlo e di Piotr, bravo scialpinista affetto dal virus SA1-06. A quota 1750 quest'ultimo inizia a far scorrere le sue pelli mentre una bufera di vento e neve imperversa. Dopo lo stazzo le nostre strade si dividono: il russo prosegue i suoi scivolamenti in direzione Genzana, mentre Giancarlo ed io pieghiamo a sinistra verso la cresta che conduce al Rognone. Decidiamo di farlo in padella con aglio e prezzemolo ma non e' cosa semplice: il vento imperversa. Lui e' gia' ciaspole-munito, io indosso i ramponi. Si va avanti, cercando di avanzare al riparo dal vento dove possibile. Gianca comincia a dare segni di demotivazione; lo stimolo a continuare piu' per il desiderio di "forgiarmi" che di conquistare l'inutile.  Lui accetta di buon grado: non ci sono pericoli oggettivi. La salita degli ultimi metri e' ardua. Insisto finche' accetta uno dei miei bastoncini, indispensabile per lui a mantenersi in equilibrio e a contrastare le raffiche. Ancora poco ed e' vetta, una stretta di mano e giu' verso lo stazzo dove il russo ci aspetta. Grazie a Giancarlo e Piotr per solidarieta' e compagnia!
 
Seconda trafo-integrazione
7 Dicembre 2008
Questa volta sono in compagnia del fido Fidani. Lasciamo il gruppo fantesco sulla cresta del Porrara per proseguirne lo sviluppo fino alla maggiore sommita'. La giornata e' un incanto di luci colori e contorni. Il nostro "allungo" e' quanto mai piacevole e rigenerante. Sulla via del ritorno scorgiamo gli altri e optiamo per un taglio in quella direzione. Tra noi e loro c'e' il bosco ma  ci orientiamo bene e intercettiamo di nuovo le tracce. Poi e' ancora bosco e poi buio. Avanziamo fiduciosi, confortati da qualche contatto telefonico con il Fante. Lui ed Angelo iniziano a preoccuparsi e si attivano. L'avventura giunge a lieto fine quando ci ricongiungiamo sull'asfalto. Grazie Mauri per la collaborazione, e grazie soprattutto a Stefano per aver coordinato cosi' bene le operazioni. Una bella avventura!

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