La Danimarca in bici

"C'è del marcio in Danimarca", diceva una volta un principe un po' triste.
Ma sicuramente costui era triste perché ai suoi tempi non esisteva la bicicletta!
Se vedesse la Danimarca di oggi! Biciclette ovunque, di tutti i tipi, di tutti i colori; che sfrecciano allegramente lungo le strade, religiosamente rispettate dagli automobilisti; e una fittissima rete di piste ciclabili (ma meglio sarebbe dire percorsi ciclabili) che attraversano il Paese in lungo e in largo.

Questo e molto altro hanno sperimentato i dodici scarca-pedalatori che si sono spinti in tale lembo d'Europa, e di cui elenchiamo subito i nomi:

Roberto "Bobbo" Bernardi - comandante in capo
Bruno Antonini - aiutante di campo (fondamentale!)
Elisabetta
Maria Grazia
Daniela
Rosalba
"la famiglia", ovvero
Fedora
con le sue due principesse:
Erica &
Beatrice
Mohsen
Carlo
Andrea "Ergaspa"

I Nostri sono partiti allegramente il 15 mattina su due pullmini a noleggio, carichi di bagagli e soprattutto di bici! (già diligentemente smontate e riposte nelle sacche).
Destinazione: aeroporto di Pisa, dove un volo Ryanair li attendeva per portarli a Billund, ridente cittadina nel cuore dello Jylland (ma si pronuncia Jutland).

Arrivati dunque a Billund intorno alle 9 di sera, ecco la prima missione da compiere: rimontare le bici! Naturalmente l'impresa si è rivelata più complicata del previsto: chi non riusciva a montare la ruota di dietro, chi montava quella davanti con la forcella voltata al contrario; chi si impiccava con la catena e chi con i freni. C'è da dire che alla non grande perizia tecnica di alcuni dei partecipanti si aggiungeva il fatto che alcune bici non è che fossero proprio dei gioielli di meccanica (compresa quella del sottoscritto)... L'Antonini le ha eloquentemente definite, nei giorni a venire, "cancelli con le ruote". Per fortuna l'esperienza e il sangue freddo di B&B (Bobbo & Bruno) hanno permesso di portare a termine la missione di "rimontaggio" nel tempo record di due ore!!

Montati finalmente in sella, tutti in ostello a riposare le stanche membra.
Dimenticavamo di dire che Billund è la città della LEGO... e infatti l'ostello si chiamava Legoland Village! I Nostri sono andati a dormire vegliati da due omini della LEGO in formato gigante, che li osservavano con il loro sorriso enigmatico.

La mattina dopo, incoraggiato da un bel sole, il gruppo è montato gagliardamente in sella, alla volta della prima meta da raggiungere: Hvide Sande, piccolo villaggio affacciato sul Mare del Nord. Lunghezza della tappa? "Circa 60 km!" ha sentenziato Bobbo. E che vuoi che siano? Via tutti a pedalare! Ma ahimè, giunti alla soglia dei 60 km., Hvide Sande era ancora ben lungi dall'essere raggiunta. Morale: alla fine i chilometri sono stati circa 90...

Il problema è che il povero Bobbo, non potendo fare diversamente, aveva calcolato la lunghezza delle tappe sulla carta, seguendo le strade principali. Mentre gli itinerari ciclabili, come è giusto che sia, si snodano in un dedalo di stradine secondarie, sterrate, ferrovie dismesse trasformate in piste ciclabili... insomma quanto di meglio per godersi il paesaggio e pedalare in tranquillità... ma con l'effetto collaterale di far lievitare i chilometri!
Data questa premessa, come potete immaginare, il gioco preferito nei giorni seguenti è stato il toto-chilometri: "Quanti saranno oggi?"...

E così le tappe si sono succedute piacevolmente, allietate dal tempo clemente, punteggiate qua e là da qualche breve ed innocuo acquazzone; con qualche foratura e un po' di problemini tecnici ai cancelli con le ruote, prontamente risolti dalla creatività tecnica di B&B.
In particolare il cancello di Daniela si è prodotto in tutto il campionario di guasti possibili: prima il freno posteriore che funzionava male; poi una foratura alla ruota anteriore; sostituita la camera, forata anche quella nuova! Rigonfiatala provvisioriamente per arrivare fino alla fine della tappa, visto che il buco era piccolo, forata prontamente la ruota posteriore!! Risolte le forature, si scassa definitivamente il freno posteriore... E meno male che il viaggio è durato solo 7 giorni!
Un plauso a Daniela che, nonostante le avversità della sorte, ha continuato a pedalare stoicamente e senza perdere l'allegria!

Un capitolo a parte meritano i paesini che i Nostri hanno attraversato e nei quali hanno dormito: piccoli, deliziosi villaggi di campagna... dove non c'era NIENTE!
La terza sera, ad esempio, pernottamento a Lyne: quattro case in tutto, e un unico albergo (il Lyne Hotel, per l'appunto!), con annesso ristorante... chiuso! "No problem!", dicono i gestori dell'hotel, "there's a cafeteria 300 meters ahead!". Rincuorati, i Nostri si spingono alla volta della caffetteria, per scoprire che in realtà si tratta di un distributore di benzina con un minuscolo fast food che ha soltanto hot dog e patatine. Per di più il fast food chiude alle 20, e i Nostri arrivano giusto alle 20 e qualche minuto. Riescono ad accaparrarsi gli ultimi 8 hot dog rimasti e pregano in ginocchio le commesse di poter avere almeno un po' di patatine. Con l'integrazione di qualche panino e bibite varie comprate nel minimarket del distributore, i Nostri evitano la morte per fame e, soprattutto, il linciaggio di Bobbo da parte di Bruno. L'Antonini, per chi non lo sapesse, può passare ore a riparare bici senza emettere una protesta; ma non fategli mancare il cibo, o ve lo farete nemico per sempre!

Due sere dopo, sosta in un altro paesino non meno sperduto, ma con un nome molto più suadente: Løve! (in realtà si è poi scoperto che si pronuncia Loeve, con quella vocale a metà tra la o e la e che usano soltanto i lombardi quando ordinano la cassoela!).
Tra l'altro, giunti in prossimità del cartello di ingresso nel paese, il gruppo si è prestato, per compiacere la follia del Bernardi, ad una terrificante ripresa video: tutti che entrano in paese pedalando e cantando "All you need is Løve!".

E finalmente è arrivato il grande giorno... quello in cui si è compiuta l'impresa che sottendeva all'intero viaggio: la conquista della vetta più alta della Danimarca! Si tratta in realtà di due cime "gemelle", Yding Skovhøj e Ejer Bavnehøj, pressoché identiche in altitudine, che raggiungono la quota vertiginosa di m. 171!! (ma vi assicuro che salirle in bicicletta, con 10 chili di bagaglio al seguito, non è stato proprio così banale!).

Dopo 5 giorni di pedalate, i Nostri sono giunti sul Baltico, nella città di Århus, dove sono stati ospiti a casa di Elsebeth, una simpatica ragazza danese vissuta alcuni anni a Roma e socia del CAI, che ha deliziato il famelico gruppo con una succulenta quanto abbondante cena danese!

Infine, dopo aver attraversato il braccio di mare che separa lo Jylland da Sjælland, ovvero l'isola su cui sorge Copenhagen, il gagliardo gruppo ha raggiunto la capitale, dopo 500 km. e 7 giorni di pedalata, nell'ultimo dei quali lo "sforamento" dei chilometri reali su quelli previsti ha raggiunto il suo massimo: dovevano essere circa 50... sono stati 104!

Ultima giornata passata a visitare Copenhagen... sotto una pioggia fitta e continua. Ma che importava? Ormai l'impresa era compiuta!

Grazie a tutto il gruppo per aver reso possibile questa bellissima esperienza.
Grazie per l'allegria, l'inesauribile voglia di ridere che ci hanno accompagnato dall'inizio alla fine.
Grazie per la solidarietà e l'aiuto reciproco che non sono mai mancati quando servivano.

Gaspa

P.S.: qui trovate solo un piccolo assaggio di foto... La pubblicazione del reportage fotografico completo sarà a cura del mitico Bernardi...


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