Eccomi dunque davanti al foglio bianco (beh, diciamo lo schermo...), con l'arduo compito di raccontare la Settimana Nera 2009.
Non sto qui a tediarvi sul perché si chiami settimana nera: è un dettaglio che molti di voi già conoscono. Dirò invece che, quasi a smentita del nome, si è trattato di una settimana più bianca che mai! La quantità di neve era veramente impressionante; gli stessi abitanti del posto non ricordavano da decenni un inverno così "generoso".
Ma veniamo a noi: sabato 7 marzo, arrivati a Gressoney dopo un viaggio senza intoppi di sorta, ci accingiamo a fare lo skipass. L'impiegata ci dice che se siamo più di venti possiamo ususfruire di uno "sconto comitiva" di ben 15 euro a testa. Ottimo, no? Certo! Peccato che bisogna raccogliere nomi e cognomi di tutti quanti... e chi ha più di 60 anni ha lo sconto senior... e i bambini hanno lo sconto junior... e chi vuole fare l'assicurazione infortuni e chi no... e chi paga in contanti e chi con il bancomat... Il povero Alpe diventa scemo per mettere d'accordo tutti mentre cerca di tenere buona l'impiegata che s'incazza perché dice che facciamo casino e stiamo bloccando la fila (in realtà in fila ci siamo solo noi!).
Finalmente otteniamo l'agognata tessera e saliamo in cabinovia fino a poco sotto il Rifugio Gabiet, nostro punto d'arrivo.
Il rifugio è in una posizione veramente spettacolare; un balcone che si affaccia sulla Valle di Gressoney e sovrastato dalle imponenti cime del Monte Rosa, il Lyskamm in prima fila, con i fronti dei ghiacciai che emergono, di un azzurro tenue, dal bianco assoluto del panorama.
Quando scende la notte la luna quasi piena illumina le creste innevate con la sua luce argentea. Poesia per gli occhi.
A cena occupiamo quasi tutta la sala... in effetti il rifugio è quasi tutto per noi, visto che siamo 25 e più.
Nei giorni successivi ci tuffiamo nell'esplorazione del comprensorio sciistico: non grandissimo ma molto bello, con piste molto lunghe (la più lunga in assoluto scende dal Passo dei Salati, a oltre 2900 metri, fino ad Alagna Valsesia che sta a 1200: quasi 1800 metri di discesa!).
Purtroppo avremo alcune giornate di vento forte in cui numerosi impianti rimarranno chiusi. In compenso, lo spettacolo che si offre ai nostri occhi delle enormi nuvole di neve che il vento solleva dalle creste è veramente grandioso.
In queste giornate, essendo chiusi gli impianti che collegano con Alagna e con Champoluc, siamo costretti a rimanere nella piccola porzione di comprensorio tra Gressoney e il Gabiet, che ruota intorno ad un'altura che si chiama Punta Jolanda.
Ora, fino a poco tempo fa Jolanda era un soave nome di donna; ma da qualche tempo in qua Luciana Littizzetto ha iniziato ad utilizzarlo con l'articolo davanti (la jolanda), attribuendole ben altro significato. Potete quindi immaginare la sequela di battute a doppio senso che si sono scatenate intorno a questo nome! Gli uomini lo prounciavano come un grido di guerra: "Punta jolanda!". Le donne si lamentavano che c'era Punta Jolanda ma non Punta Walter (la Littizzetto dice "il walter" per indicare il corrispettivo della jolanda...). Qualcuno che aveva il telefono con la connessione GPRS ha cercato su Google e ha scoperto che esiste una Cima Walter nel Parco del Pollino. E' subito nata la proposta di organizzare un trekking nel Parco del Pollino per sole donne...
E così, tra sciate, risate e magnate (il cuoco del Gabiet cucina benissimo e ci rimpinza come porcellini!) i giorni passano... In men che non si dica (come corre il tempo in vacanza!) eccoci a sabato 14. Un'ultima sciata per scendere dal Gabiet fino a valle... Un ultimo saluto alle cime del Monte Rosa con la speranza di rivederle presto... Saluti e baci a tutti e si torna a Roma.
Arrivederci alla prossima avventura!
Er Gaspa
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