Stamattina alle 9.30 alla Capanna Sevice ci saranno stati due metri e mezzo di neve.
Certo, che questo sia un anno di abbondanza ce ne siamo accorti tutti, ma davvero ogni vetta del nostro Appennino è una meraviglia di cornici, di giochi di vento e luce. Salendo per la panoramica cresta del Rozza, appena arrivati all'affaccio sulla Val di Teve lo spettacolo è maestoso: la finestra sul dirupo strappa inevitabilmente un ohh di meraviglia, al cospetto del dirimpettaio Murolungo che sembra il guardiano immobile di tanta bellezza.
Il sole, quando riesce a bucare le nuvole, gratifica ancor più l'animo. Sporgersi è impossibile, troppo evidenti i pericoli con cornici di questa portata. Ma varrebbe la pena sedersi per un po' con le gambe penzoloni ad osservare e ascoltare, in una mattina in cui nemmeno i grifoni sembrano essersi ancora svegliati. Saliamo, saliamo poco sotto la cresta, su un manto che tiene benissimo sci e rampant, coperto com'è da qualche centimetro di neve fresca ma duro subito sotto. E man mano che ci avviciniamo alla vetta del Rozza, la cima sovrastante la Capanna Sevice, arriva la neve, bella fresca, a pallettoni, accompagnata dalla nebbia. Il meteo, lo sapevamo, parla di pioggia e brutto tempo dalle 13 in poi, per questo siamo partiti tanto presto.
Giungiamo in cima al Rozza tra una nebbia rada che lascia intravedere la vetta del Sevice e perfino per scendere da qui dobbiamo aggirare un saltino di un metro e mezzo di neve. Alla Capanna Sevice mangiamo una cosa al volo e senza togliere le pelli ci affacciamo all'imbocco del Vallone di Sevice per decidere se proseguire o scendere: le evoluzioni del cielo non promettono bene, la nebbia non si dilegua e sale il vento... la saggezza della principiante unita a quella dell'esperto hanno la meglio. Via le pelli, agganciamo gli sci e giù per il Vallone, su una neve trasformata pur se un po' dura. La fine della sciata è tra candidi fiocchi di neve sulla valanga che ha riempito il vallone fino a quota 1450 circa, un vero spettacolo, per me nuovo, della imponente forza della natura.
Arriviamo alla macchina alle 11.45 e troviamo ad aspettarci i grifoni che volteggiano in cielo. Finalmente si sono degnati di darci il benvenuto tra le loro montagne! O forse è un cortese arrivederci...
Vivamente consigliato!
Alla prossima,
Sara e Giorgio
19 marzo 2009
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