Una giornata

GIA' IERI SERA AVEVO DECISO DI SCRIVERE LA CRONACA DI UNA GIORNATA.
LA TRAGEDIA CHE HA COLPITO L'ABRUZZO FORSE IMPORREBBE IL SILENZIO, PER RISPETTO ALLE TANTE VITTIME DI UNA TERRA CHE TANTE ALTRE BELLISSIME GIORNATE CI HA FATTO VIVERE SU PER I MONTI.
SPERANDO DI NON OFFENDERE NESSUNO, PUBBLICO QUANTO PREPARATO IERI, NEL PIENO RISPETTO AI BIMBI, ALLE DONNE, AGLI UOMINI CHE HANNO PERSO LA VITA.

Domenica 5 aprile.
Già durante la settimana avevo preallarmato gli sci-muniti e anche Fausto che avrei voluto tornare a sciare sui monti dopo la "prima" al Pizzo di Sevo. I primi però andavano a Fondo di Maiella, ancora troppo audace per me. Il secondo mi chiamava dicedomi che stavano pensando a Terminillo. Sento anche Cricrri e finalmente stabiliamo di andare con gli sci assieme al gruppo degli appiedati.
Alle 9.00 siamo già ai piedi del Terminillo con un sole fantastico e con i pendii ancora colmi di candida neve! Con piacere nostro (e con dispiacere di Fausto, che lamentava di essere "abbandonato" dal suo idolo) si unisce "Er piotta", alpinista eclettico, ottimo sciatore.
Risaliamo la Valle del sole, assolata come non mai e calda come in piena estate. Raggiunta la cresta togliamo gli sci e proseguiamo a piedi sino in cima, sopra una neve dura al punto giusto. Poco dopo arrivano gli amici capitanati dal Fante. Con orgoglio Criccri mi fa notare come quasi tutti siano Scarcagnati della prima ora con i relativi istruttori (Stefano, Fausto, Antonello, Lamberto, Rosanna, i fantastici protagonisti del Corso 2006). Completano il gruppetto Chiara, Giulia, Rossella: Scarcagnate "ad honorem". Sulla vetta mi accorgo dell'arrivo degli amici sentendo Lamberto che raccontava di quella volta che proprio lì mi si aprivano gli scarponi (durati ben 13 anni!) dando così il via alla saga degli Scarcagnati.
La neve era eccezionale: uno strato di tre cm di neve leggerissima appena caduta e sotto neve più dura. Decidiamo di scendere dal versante ovest, tenendoci prudentemente alla larga del Canalino nord. Er Piotta a fare le curve come fosse in gara, Criccri più guardinga ma sin troppo sciolta per avere iniziato a sciare solo due anni fa.
Io a riprovare la piacevole sensazione di scivolare leggero sulla neve, con il ginocchio a fare il suo dovere, sempre fedele al suo ruolo fondamentale: farmi stare in piedi.
Proseguiamo a sciare meravigliandoci di come la neve fosse ancora ottima pur così in basso. Allora proseguiamo. Giù, giù. Entriamo nel bosco. Gli alberi come paletti da slalom. La neve un pò pesantina, ma ancora sciabile. Per il caldo restiamo in camicia. Alla fine a quota 1400 incrociamo la pista di fondo di Fonte Nova e decidiamo di fermarci. Breve pranzetto e poi di nuovo sugli sci, in salita.
Arriviamo faticosamente a Sella di Leonessa riconoscibile per i segnali stradali che sbucano appena dalla neve. Ad aprile ancora quasi 2 m di coltre nevosa la dice lunga su che razza di stagione stiamo per lasciarci alle spalle. Forse Giorgio & co. potranno registrare 8 mesi di sci ininterrotto, manco fossimo in Scandinavia!!
Dalla Sella scendiamo al Sebastiani a salutare Maurizio, isolato da mesi. Il pericolo di slavine (reale o presunto) ha costretto le autorità a chiudere la strada già qualche mese fa!
Con piacere troviamo però la sala da pranzo colma di ospiti giunti a piedi. Un saluto a qualche amico incontrato per caso e via di nuovo. L'ultimo tratto è sulla strada su una neve a dire il vero un pò pesante. Infine arriviamo alle auto e, come ci fossimo dati l'appuntamento, troviamo gli amici appena arrivati. Fine di una sciata inaspettata per via del tempo, della piacevolissima compagnia, della qualità della neve e... della performance dell'articolazione. 
Alla fine la meritata bevuta di birra tutti seduti piacevolmente assieme.
Ecco: questo è il senso del CAI per me.
Fine di una giornata.
Luca


  

 


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