Non capita tutti gli anni di fare l'Amaro in gennaio. Più o meno ci vado tutti gli anni, da marzo in poi però. L'utima volta che ci sono stato con il sole così basso c'era Franco: era il il giorno del ringraziamento, il 26-11-2009. Mi convinse Franco ad andare perchè Lui aveva festa in ufficio ed io mi presi un giorno di ferie, opzionando la gita che fu molto bella (c'era anche Sara - vedi "Amaro dolce in Autunno" sempr qui su Scarcagnati) e fummo molto felici.
Quest'anno è diverso, si tratta del mio commiato dai monti per almeno un mese, probabilmente di più. Devo fare un intrevento chirurgico di routine, ma in cui il riposo successivo è obbligatorio. Sono consapevole delle buone condizioni della montagna e della mia forma e così decido d'impulso di andare, alla faccia del primo giorno lavorativo dopo le vacanze di Natale.
Alle 8,40 passo San Leonardo è ancora in ombra in questa stagione, zero gradi, neve trasformata indurita dal gelo della notte. C'è già un tipo alla partenza, alto con lo zaino piccolo e la piccozza corta "deve essere uno tosto" penso io. Ci salutiamo e Lui parte.
Per farla breve, lo inseguo per tutta la salita, Lui va forte, ma io pure, è partito 10 minuti prima di me e la distanza rimane la stessa, nessuno mangia, nessuno beve, nessuno si ferma; fuori dal bosco c'è il sole e si sta bene con il primo strato nonostante il venticello. A metà strada leviamo gli sci perchè la parte centrale, dove la Rava della Giumenta bianca si restringe e si impenna, è ancora in ombra (mai successo in tanti anni che faccio la direttissima) e la neve ha la consistenza del cemento armato. Fa freddo e mi rivesto; quasi non si suda e il passo anche con i ramponi è agile perchè la neve non sfonda. Raggiungo il tipo poco prima della vetta, ma solo perchè Lui ha provato a salire senza ramponi e, verso la fine, non ce l'ha fatta: si è dovuto fermare a calzarli.
I piani superiori sono una lastra di gelo, spazzata dal vento. Non so quanti -gradi fa; difficile parlare, ogni tanto gli sci fanno "vela" e si barcolla un pò. Finalmente arriviamo al bivacco Pelino, un'oasi nella tempesta come sempre.
Facciamo due chiacchiere e scopro che il tipo è del Soccorso Alpino di Penne. E' uno di quelli che ha messo la corda statica sul Dente del Lupo per fare un soccorso 5 anni fa. "Lo sapevo che era un tipo tosto", penso fra me e me. D'impulso gli chiedo di Franco, 30 gennaio 2010, valanga a Campo Imperatore. Lui c'era, si chiama Paolo il soccorritore anonimo che ho incontrato ieri in cima al monte Amaro; faceva parte della squadra che ha tirato fuori i corpi. Lo ringrazio per questo e per i mille altri interventi che ha fatto. Il cerchio si è chiuso intorno a Franco il 7 gennaio 2013, lunedi.
La discesa è poi solo roba di divertimento, firn e curve strepitose, ma mi continuo a domandare come ho fatto ad incontrarae in una giornata così particolare (giorno feriale, dopo le vacanze, inverno pieno), in una gita così particolare (quasi dfficile per la stagione), proprio uno dei membri della squadra di soccorso di Franco, proprio quando, salendo, pensavo che c'erano le condizione di luce e di innevamento molto simili a quando c'ero stato con Lui.
Forse dipenderà anche dalla mia particolare situazione psicologica del momento, ma certe cose fanno pensare.
Giorgio |